Nello yoga il respiro riveste un’importanza fondamentale perché rappresenta la chiave per accedere al controllo della mente.
Pranayama è comunemente tradotto come esercizio con il respiro o controllo del respiro inteso come soffio vitale, anche se probabilmente sarebbe più corretto parlare di lavoro con l’energia.
I Pranayama che si sono rilevati più efficaci nella stimolazione del nervo vago sono essenzialmente i seguenti:
- Ujjayi Pranayama (Respiro Vittorioso o Respiro dell’Oceano)
Questa pratica Pranayama classica, nota per il suo suono morbido e rilassante simile alle onde dell’oceano che si infrangono, può migliorare l’effetto di rilassamento di una respirazione lenta. La scienza afferma che le vibrazioni nella laringe stimolano i recettori sensoriali che segnalano al nervo vago di indurre un effetto calmante
- Nadi Shodhana Pranayama
Questa pratica di alternare le narici destra e sinistra mentre inspirate ed espirate “sblocca e purifica le nadi, che nella credenza yogica sono passaggi di energia che trasportano la forza vitale e l’energia cosmica attraverso il corpo”. Anche se non ci sono prove scientifiche chiare a sostegno di questi effetti, uno studio pilota ha rilevato che effettuando questa pratica per sette giorni, un sistema nervoso iperattivo è sostanzialmente riequilibrato. Inoltre, uno studio condotto su 90 persone che presentavano un valore di pressione sanguigna elevata, ha rilevato che la pratica di Nadi Shodhana abbassa la pressione sanguigna e migliora la concentrazione mentale
- Bhramari Bee Breath
Una ricerca scientifica pubblicata su Pubmed ha dimostrato come praticando Bhramari Pranayama si abbia l’effetto di rallentare i battiti cardiaci e abbassare la pressione sanguigna.
Lo studio è stato condotto per valutare l’effetto di Bhramari Pranayama, sulla frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Sono stati registrati il battito cardiaco e la pressione sanguigna dei volontari. I soggetti venivano istruiti ad inspirare lentamente fino a massimo di circa 5 secondi e successivamente ad espirare lentamente fino ad massimo di circa 15 secondi tenendo i due pollici delle mani sui due canali uditivi esterni, gli indici e i medi uniti insieme sugli occhi chiusi e gli anulari sui due lati del naso. Durante l’espirazione i soggetti dovevamo cantare la parola “OU-Mmmma” con un suono nasale simile a un ronzio che imita il suono di una vespa ronzante, in modo che le pareti laringee e le pareti interne della narice vibrassero leggermente (Frequenza respiratoria 3/min). Dopo 5 minuti di questo esercizio, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca sono state nuovamente registrate. Sia la pressione sistolica che quella diastolica sono risultate in diminuzione così come la frequenza cardiaca. La diminuzione della pressione diastolica e della pressione media era significativa. Il risultato indicava praticare Bhramari Pranayama per 5 minuti, induceva il predominio del sistema parasimpatico sul sistema cardiovascolare.
A volte Bhramari è una valida alternativa alla meditazione soprattutto per le persone la cui mente è talmente agitata che trovano difficoltoso praticare.
Il quinto ramo degli otto rami del percorso Yoga insegnato da Patanjali è il pratyahara, che si può tradurre come “volgere i sensi verso l’interno”.
Molti di noi che vivono nel mondo moderno vivono vite di sovraccarico sensoriale pressoché costante. I telefoni squillano, i televisori suonano in sottofondo le pubblicità video vengono proiettate costantemente in ogni dove. È difficile sfuggire all’assalto visivo e uditivo. Un antidoto può essere Bhramari, in particolare associato a Shanmuki mudra. Shanmuki mudra è disegnato per chiudere le porte della percezione: le orecchie, gli occhi, il naso e la bocca. Aumenta sensibilmente l’efficacia di Bhrmari di amplificare il focus di consapevolezza interna attraverso il ronzio che suona più forte.